SABI Strumento di Autovalutazione

SABI – Strumento di Autovalutazione del Buon Impatto, è il primo applicativo derivato dal Modello della Buona Impresa.

 

L’obiettivo dello strumento è guidare l’impresa che si riconosce nella visione di fondo della Buona Impresa nella valutazione delle proprie performance e del valore che, così facendo, genera per gli stakeholder.
Si tratta di un questionario di autovalutazione, suddiviso in 5 aree di osservazione: Prodotto, Lavoro, Valore Economico, Operations sostenibili, Governance.

 

L’output è una rappresentazione del valore creato dall’impresa tenendo in equilibrio i pilastri fondamentali della sua attività, e del suo impatto su società e ambiente.

  • Innanzitutto, SABI è una guida alla autovalutazione, che aiuterà le imprese a osservarsi nelle dimensioni chiave della creazione di valore sistemico; monitorare i risultati rispetto a criteri standard definiti dal modello; valutarsi e darsi obiettivi di miglioramento.
  • Può essere utilizzato anche come Framework di rendicontazione rispetto alla creazione di valore sociale, in particolare per le Società Benefit, utilizzando le Linee Guida per la rendicontazione e la tabella di riconciliazione con le metriche del GRI.
  • E’ infine pensato anche come strumento di coinvolgimento degli stakeholder: è possibile integrare nella valutazione il punto di vista di clienti, lavoratori, fornitori e soci, attraverso l’invio di survey le cui risposte confluiranno direttamente nell’assessment de-soggettivando e rendendo più completa la valutazione.
  • Approccio sistemico alla valutazione (l’esito non è un rating, né un discrimine buoni/cattivi, ma un insieme di elementi da osservare, ponderare e valutare nella relazione tra loro).
  • Radici nella cultura d’impresa italiana (vs approccio anglosassone)
  • Sguardo “impresa-centrico” (vs tradizionale tassonomia ESG)
  • Integrazione fra obiettivi sociali e gestionali
  • Alto livello di personalizzazione
  • Allineamento con metriche di reporting consolidate (GRI) e obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs)
  • Pensato da imprenditori per imprenditori
  • Ottica di lungo periodo (osserva il dato puntuale, ma anche il patrimonio materiale e immateriale acquisito e le prospettive di sostenibilità nel tempo)
  • Osservazione (anche) qualitativa
  • Accessibilità (anche alle piccole/start up)
  • Coinvolgimento diretto degli stakeholder nella valutazione

Il percorso di SABI di struttura in 4 step:

  1. Materialità: il primo passo sarà definire quali sono gli impatti rilevanti che l’azienda genera nello svolgimento della sua attività. In funzione delle scelte effettuate, SABI identificherà le domande del questionario da sottoporre per l’autovalutazione.
  2. Stakeholder: in un secondo passaggio, vi verrà proposto di integrare nel processo di valutazione il punto di vista degli stakeholder, inviando loro un link con survey dedicate. Non è obbligatorio, ma raccomandiamo di farlo per de-soggettivare la valutazione (soprattutto nel caso in cui SABI vi servisse come base per l’attività di reporting) e coinvolgere i vostri interlocutori prioritari nella definizione di obiettivi e strategie.
  3. Autovalutazione: il questionario è la parte più impegnativa e potrebbe richiedere più di una sessione di lavoro (niente panico: salva in automatico e potete tornarci quando volete, così come potete sempre tornare a cambiare le risposte).
    E’ composto di 5 sezioni:
    • La Governance (sezione 1): il modello guarda innanzitutto alla scelta della Buona Impresa di adottare un certo orientamento di fondo e prendere un impegno cogente in questa direzione. Esso si declina poi nell’adozione di processi strategici coerenti, in una modalità sistemica di valutazione dei risultati e in un approccio trasparente alla condivisione e alla rendicontazione.
    • La Creazione di Valore attraverso Prodotto (2), Lavoro (3) e Valore Economico (4): dal momento che, nella visione della Buona Impresa, l’impatto principale sulla società sta nello svolgere – bene – il suo stesso mestiere di impresa, lo strumento punta a valutare la capacità di creare valore attraverso l’osservazione dei principali pilastri dell’attività di qualsiasi impresa. Ciascuno dei 3 pilastri è osservato in 3 dimensioni: la capacità di creare valore; gli elementi che qualificano la creazione di valore; la capacità di continuare a crearlo nel lungo periodo.
    • Operations sostenibili (5) – Consapevole poi che la creazione di valore non può prescindere dalla gestione degli impatti dei processi in ottica di tutela dell’ambiente e della comunità – in base al principio “Do no significant harm” – il modello prevede un ulteriore capitolo, nel quale l’impresa è chiamata a osservare le diverse funzioni di supporto e attività interne.
  4. Risultati: Una volta completata l’osservazione guidata rispetto a questi capitoli, lo strumento restituirà una rappresentazione di sintesi degli impatti generati, anche in termini di sviluppo sostenibile (SDGs) e alcune sintesi rispetto alla creazione di valore complessiva. L’impresa sarà invitata ad esprimere considerazioni complessive – sia rispetto ai risultati complessivi ottenuti, sia rispetto al loro impatto esterno – in modo da darsi obiettivi di miglioramento per il futuro.
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In particolare, nella sezione Risultati, troverai:

  • La valutazione dell’impatto generato sui temi materiali e sugli SDGs (con il semaforo degli impatti) 
  • La valutazione analitica del valore creato attraverso Prodotto, Lavoro e Valore economico e la valutazione della continuità nel tempo della creazione di tale valore
  • La valutazione analitica su impegno e processi di Governance
  • La valutazione analitica sulla gestione della Sostenibilità Sociale e Ambientale delle Operations
  • La valutazione sistemica del valore complessivo
  • Valutazione sistemica del patrimonio complessivo (Continuità nel tempo)
  • Il modello della Buona Impresa nasce per “dare una casa” alle imprese for profit che non si riconoscono nel puro “scopo di lucro”, e intendono superarlo adottando la visione sistemica della Buona Impresa: portare sul mercato un buon prodotto o servizio, che risponde ai bisogni della società, spingendola in una direzione positiva; creare e organizzare il lavoro, offrendo occasione di realizzazione professionale alle persone; produrre ricchezza che ricade, direttamente o indirettamente sul contesto.
  • SABI i rivolge quindi, potenzialmente, a tutte le imprese perché è nella natura stessa dell’impresa, laddove correttamente interpretata, creare valore per il contesto.
  • In particolare, si rivolge alle Società Benefit che cercano un modo di osservare, gestire e rendicontare la propria capacità di creare valore sostenibile per sé e per il contesto;
  • Infine, la flessibilità di SABI e l’alto livello di personalizzazione lo rendono adatto anche alle piccole imprese e alle startup, per le quali si propone come strumento integrato nella costruzione del loro modello di business.
  • Sebbene non sia pensato in primis per loro, potrebbe anche funzionare per quelle imprese for profit con una missione strettamente “impact”, ovvero che costruiscono il proprio business model sul perseguimento di una specifica finalità sociale o ambientale, a patto che nel perseguire tale missione adottino la visione sistemica della Buona Impresa. Queste imprese potranno usare questo strumento per la valutazione complessiva dell’impatto del fare impresa sulla società, anche al di là della propria missione.
  • Per le imprese il cui scopo resta la massimizzazione del profitto, sebbene nel rispetto della sostenibilità sociale e ambientale. La Buona Impresa, viceversa, non concepisce il proprio successo se non nella creazione di valore per tutti gli stakeholder.
  • Per le imprese che cercano un sistema di valutazione che valorizzi le iniziative di utilità sociale o ambientale che esse portano avanti in aggiunta alla loro attività di business. La Buona Impresa – pur riconoscendo il valore di queste iniziative – guarda innanzitutto al core business, cercando di osservare e valorizzare il ruolo sociale del fare impresa in sé.
  • Per chi cerca un sistema di misurazione dell’impatto totale dell’impresa. Il modello non riflette una interpretazione troppo rigorosa del termine “misurazione” (“del Campanile di Giotto si può misurare l’altezza, ma non la bellezza”) nè del termine “totale” (gli elementi sui quali invitiamo le imprese ad interrogarsi, non ambiscono ad essere “tutti i possibili indicatori” rispetto alle sue performance gestionali e sociali, sono piuttosto “indicatori che indicano la direzione” verso la quale l’impresa sta andando)
  • Per chi cerca una “certificazione terza”, che ad oggi non è prevista.

Se hai bisogno di supporto nell’utilizzo di SABI, nel reporting e nella pianificazione delle azioni di miglioramento, puoi scrivere alla Fondazione info@labuonaimpresa.it o farti aiutare da uno dei consulenti che hanno scelto di adottare il modello della Buona Impresa nella loro attività.